Rabiot sull'addio alla Juventus: “Non c’era un progetto, Giuntoli non mi ha convinto”

2 Giugno 2025
- di
Redazione JN
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Adrien Rabiot Juventus Giuntoli
Tempo di lettura: 2 minuti

RABIOT JUVENTUS GIUNTOLI INTERVISTA - Nel corso di un’intervista esclusiva concessa a La Gazzetta dello Sport, Adrien Rabiot ha raccontato i motivi del suo addio alla Juventus dopo cinque stagioni, l’esperienza vissuta a Torino e la sua nuova sfida con il Marsiglia. Il centrocampista francese non ha risparmiato critiche alla dirigenza bianconera, in particolare al direttore Cristiano Giuntoli, reo – secondo Rabiot – di non aver dimostrato alcuna volontà concreta di costruire un progetto serio o trattenerlo. E sulla nuova avventura in Francia e un eventuale ritorno in Italia con Allegri, il messaggio è chiaro: "Sarò sempre disponibile a parlarci".

Rabiot: “Giuntoli non ha fatto il necessario per trattenermi”

"C’era un interesse perché si continuasse insieme. Anche Thiago Motta mi aveva chiamato, ma Giuntoli non ha fatto il necessario per convincermi. E non ho avuto la sensazione che volesse costruire qualcosa di importante. Vista la loro stagione caotica, forse ho avuto ragione. Già da qualche anno non erano stati fatti acquisti all’altezza della Juve e questo mi frustrava perché avevo l’impressione che in campo fossimo in pochi a fare il necessario. Non volevo continuare in quelle condizioni così ho preferito rimettermi in gioco altrove e ho scelto il Marsiglia".

Il progetto Juventus

"Non conosco i dettagli, e anche se nel calcio non c’è mai tempo e alla Juve c’è l’esigenza del risultato, è incomprensibile andare a prendere un ottimo allenatore come Motta per poi mandarlo via subito. Dicevano che era l’anno zero, alla fine è bastato qualche risultato negativo per azzerare tutto di nuovo. Ma Thiago ha un grande futuro davanti".

Alla Juve anni importanti, difficile lasciare”

"Ho amato giocare alla Juve e vivere a Torino, in Italia: è stata una svolta in termini di mentalità e professionalità. Ho ricevuto tantissimo affetto da tutti, nel club e dai tifosi, e ne sono riconoscente. Per questo è stato difficile lasciare una squadra dove mi sentivo importante. Portare la fascia di capitano alla Juventus non è una cosa da niente".

Marsiglia scelta coraggiosa. Allegri? Lo sento ancora”

"Scegliere Marsiglia senza la Champions non era scontato. Adesso che ci siamo qualificati, sarebbe importante poterla giocare in quello stadio e in quell’ambiente. Con Allegri in realtà ci parlo spesso. Giovanni Rossi, il consigliere di De Zerbi, lavora anche con lui e quando lo chiama mi dice: 'Vieni che ti passo tuo papà'. Con Allegri posso parlare di tutto e non solo di calcio. Lo apprezzo molto come persona. Ha una mentalità vincente. Ed è chiaro, se mi chiama io sarò sempre disponibile a parlarci".

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